Negli ultimi tre anni siamo intervenuti su differenti settori per sanare la ricerca cronica di alcune figure professionali da molto indisponibili: il settore del Made in Italy, quello della trasformazione agroalimentare come pure quello delle nuove tecnologie e dell’area meccanica e meccatronica.

Siamo partiti dalla fine per ricostruire a ritroso il percorso che ci avrebbe portato al risultato: quali competenze, attraverso quali conoscenze e quali modalità didattiche avrebbero allenato, nei nostri candidati, quelle capacità necessarie allo sviluppo delle nostre imprese partner?

La scelta è ricaduta sulle didattiche latenti nell’impresa stessa: si è trattato di riconoscerle, astrarle e innervare i processi formativi tradizionali con le stesse.

Lo strumento scelto è stato quello dell’apprendistato duale.

La centralità del processo formativo, nel sistema duale, è stata ed è la relazione dell’allievo/apprendista con il fare: l’allievo/apprendista, durante l’esperienza duale, acquisisce abilità e competenze attraverso la messa in opera dei processi di lavoro che meglio rappresentano le stesse.

In tal senso, il sistema impresa si mette a disposizione su due versanti: la condivisione del Know How e la condivisione dei propri materiali e della propria tecnologia sovente di ultima generazione, configurandosi come un repertorio open di opportunità didattiche diversificate alle quali l’allievo/apprendista può accedere incrementando qualità e occasioni di apprendimento.

Il sistema duale si è configurato, dunque, come un sistema di specializzazione che ha avuto la capacità di abbattere i muri fisici dei tradizionali luoghi di apprendimento e di aprire le porte ad un’esperienza formativa sulla misura delle proprie attitudini e motivazioni, restituendo ai settori che lo hanno sperimentato giovani motivati, formati con aderenza rispetto alle aspettative del sistema impresa e pronti a contribuire al suo sviluppo. Senz’altro un modello da diffondere e consolidare.